(ARGOMENTI) – Premessa n. 1 – La democrazia è soprattutto una questione di aritmetica: per decidere qualche cosa bisogna essere di più di quelli che sono contrari a quel qualche cosa.
Premessa n. 2 – In Italia, paese dove si fanno migliaia di leggi in più rispetto agli altri paesi, paradossalmente non si riesce a fare una qualsivoglia riforma un po’ strutturale e complessa, perché alla fin fine quelli che la vogliono fare in un certo modo non riescono mai a essere di più di quelli che non la vogliono fare. E quelli che non la vogliono fare non vogliono farla per motivi spesso opposti tra di loro, ma si saldano insieme in un fronte del no che impedisce qualsiasi cosa.
Premessa n. 3 – Il sistema, come si usa dire oggi, di governance del paese (bicameralismo perfetto, leggi elettorali contradditorie per Camera e Senato che finiscono sempre per favorire una frammentazione culturale, ideologica o di bassi interessi senza uguali al mondo) sembra fatto apposta per ringalluzzire coloro che non vogliono che si formi una maggioranza che decida qualche cosa di strutturale e complesso.
Domande: che alla fine abbiano ragione i nostri roboanti capetti – comunicatori, Berlusconi e Renzi, quando dicono che il sistema politico italiano non permette loro di governare e di fare le riforme che ritengono necessarie all’Italia? Che alla fine abbiano ragione coloro che insistono che prima vanno fatte le riforme costituzionali e le leggi elettorali, mentre in tanti pontificano, per lo più in mala fede, che queste cose non interessano agli Italiani, preoccupati per economia, lavoro, sicurezza?
Risposte personali:
Le riforme costituzionali ed elettorali sono fondamentali per la qualità della vita dei cittadini come e più di quelle economiche, fiscali etc.
Chi governa e chi ha governato però non è gran che migliore dei boicottatori: spesso usa il lamento “non me lo fanno fare” per paravento alla modestia politica e gestionale delle proposte di riforma che vuole (almeno così dice) portare avanti.
Berlusconi ha avuto la più ampia e forte maggioranza della storia repubblicana e non ha minimamente riformato il paese. Renzi, se si comportasse un po’ più da statista e un po’ meno da “ganassa”, forse potrebbe venire a capo anche del fatto che i gruppi parlamentari del PD sono figli delle primarie vinte da Bersani. E per chi governa andare alle elezioni anticipate con l’obiettivo di rafforzarsi è quasi sempre un salto nel buio di cui ci si pente amaramente.