(VERGOGNA GRANDE, GRANDISSIMA) – Si, è vero: l’Italia è specializzata in inchieste urlate che talvolta rovinano persone e che poi si smontano. Si, è vero: il garantismo è uno dei principali fondamenti di una vera democrazia. Si, è vero: bisogna astenersi da giudizi, condanne personali o mediatiche, basandosi solo su annunci stampa; bisogna rispettare chiunque, anche e soprattutto gli indagati la cui colpevolezza è ancora da dimostrare. Si è vero: dobbiamo aspettare riscontri, processi, sentenze di vari gradi prima di scagliare la prima pietra. Tutto questo è vero e infrangere queste regole di comportamento mina la stessa possibilità di esistenza di una società civile e regolata dal diritto.
Non si tratta quindi di emettere giudizi di colpevolezza, di affermare che tutti i reati contestati siano veramente stati commessi, di abbandonarsi agli auto da fè cialtroni che dilagano tutti i giorni in rete, di sputare sempre e comunque addosso alla “politica” e al suo sistema di potere connesso, fatto di funzionari pubblici, di cooperative di comodo e di trafficanti.
Ma bastano le poche frasi tratte dalle intercettazioni pubblicate da giornali, televisione, rete per sentire lo stomaco chiudersi in una contrazione di malessere, di disgusto, di schifo. Per sentirsi invadere da quel senso di disagio e di vergogna che spesso ci prende di fronte all’enormità del male anche quando personalmente non avremmo, nello specifico, nulla da vergognarci. Perché quelle frasi sono vere, sono state pronunciate, sono state registrate ed esistono per sempre anche indipendentemente dal tipo di reati eventualmente connessi.
Sono le frasi da cui si deduce con evidenza che qualcuno a Roma ha fatto i soldi, tanti soldi, sui soldi che i cittadini consegnano all’amministrazione pubblica, attraverso le tasse, per aiutare i deboli, gli emarginati, i poveracci che, per mille ragioni, vivono in mezzo all’immondizia e ai topi.
Non si tratta solo di tangenti pagate per i favori erogati per costruire un ponte, un padiglione dell’EXPO, o riparare le buche nelle strade. Si tratta di rubare a tutti noi sulla pelle dei più disgraziati. Perché, ci hanno spiegato, immigrati e rom rendono più della droga.
Non si tratta solo di mafia o di banda della Magliana. Si tratta di persone elette da noi perché gestiscano la cosa pubblica; si tratta di persone che dirigono la pubblica amministrazione, quelle che ci mandano spesso lettere minatorie e incomprensibili perché dobbiamo allo stato o al comune o alla regione 1,66 euro di arretrati; persone che la sera, come si usa dire, tornano a casa dalle mogli e dai figli.
Che squallida e puzzolente vergogna! Ma possiamo ancora fare qualche cosa, dato che ogni giorno scopriamo che l’enormità pare non avere fine?