Ho letto un articolo bello e appassionato sul blog di Francesco Luna che vuole rendere giustizia al sindaco Ignazio Marino (che qui vediamo in una foto già diventata un classico), massacrato dai media e da poteri più o meno forti e più o meno occulti. Una presa di posizione che, a quanto mi sembra, ha avuto anche un buon consenso in rete. Da romano che ogni tanto emette in rete alti lamenti sulla decadenza della città, l’argomento mi interessa molto e vorrei proporre all’attenzione di coloro cui interessa alcuni brevi commenti.
Sono d’accordo con l’impostazione e la tesi di fondo di Luna e penso sia serio analizzare le cose con meno banale superficialità (“non ha fatto niente” – “vada a casa” – “viaggia a nostre spese” – “il traffico è peggiorato” – “la città è corrotta” etc.). e rendere un (bel) po’ di giustizia” al sindaco.
Marino, riprendendo spunti di Luna, viene aggredito anche perché ha preso decisioni scomode e coraggiose (ed è vero) ma anche e soprattutto perché è un uomo politicamente solo. Renzi lo ha scaricato subito, salvo poi puntellarlo di mala voglia perché qualcuno forse gli ha fatto notare che, in caso di dimissioni di Marino, a Roma il prossimo sindaco sarebbe quasi sicuramente Di Maio o altro pentastellato.
Ciò non toglie che gli errori del sindaco siano clamorosi. Lui ci mette tanto del suo! (E adesso pare non azzeccarne quasi più una: sembra un po’ un pugile suonato). Non si tratta di non saper comunicare (altra banalità ormai insopportabile fondata abilmente da Berlusconi: chiunque governi dice di sé che ha fatto e sta facendo bene ma che: “non abbiamo saputo comunicarlo”). Il più delle volte la comunicazione incerta è figlia di una politica incerta e vanagloriosa. Se a ciò si unisce il fatto che o una persona sa “agganciare” l’opinione pubblica oppure non lo sa fare, ecco che in questo secondo caso il rapporto con la cittadinanza diventa complicato.
Il sindaco è supponente e stizzoso quando qualcuno, in buona o in mala fede, gli chiede conto di qualcosa: questo è un errore politico e non di comunicazione, dato che bisogna sempre accettare di rendere conto all’opinione pubblica, prevenuta che sia, e ai media, pretestuosi che siano i loro approcci.
Il sindaco fa fesserie apparentemente stupide e non gravi ma anch’esse sciagurate politicamente. Se sai che scivoli sui viaggi, vacanzieri o meno, smetti una buona volta di farli. Anche qui: sembra che voglia testardamente sbattere in faccia all’opinione pubblica il suo voler proseguire sulla sua strada in quanto non ha niente da rimproverarsi e da nascondere.
Dopo la devastante gestione Alemanno (solo la storia potrà col tempo farci capire appieno cosa sono stati in termini di globale inciviltà gli anni degli ultrà e dei picchiatori al potere a Roma) Marino è stato sicuramente lento a rendersi conto del marcio su cui stava seduto, un marcio ampiamente alimentato anche da esponenti della sua parte politica, e ha sempre dato l’impressione di agire, tardivamente, di rimessa al seguito di quanto stava facendo la magistratura senza una sua forte iniziativa politica.
E poi l’unica strada politico-comunicativa che un sindaco nell’occhio del ciclone (ma soprattutto anche quando non lo è) dovrebbe seguire è quella di fare l’amministratore locale sul serio. Esserci, politicamente e fisicamente, là dove più di cento persone aspettano per minuti e minuti un autobus che arriverà già strapieno a una fermata dove sono state eliminate (dicesi: eliminate) tre delle quattro linee che la servivano. Là dove pochi tassisti delinquenti controllano minacciosamente un servizio pubblico. Là dove una burocrazia pigra e cieca fa imbestialire i cittadini. Là dove i rifiuti feriscono ogni minimale decenza urbana. Là dove si intasano i tombini. Là dove si risfondano le strade riparate due settimane prima.
Parli con chiarezza, dicendo magari anche: questa è la situazione, questo si può fare, questo no; metta la sua faccia quotidianamente su queste piccole grandi cose (il più delle volte piccole grandi vergogne) che sono l’essenza della buona amministrazione e della politica quella vera.
Se i cittadini sentono questo, se sono con te, allora sei molto meno solo. Allora puoi resistere con più forza e meno stizza agli attacchi interessati. Allora puoi permetterti di andare in bicicletta scortato, prendendo con ironia gli invitabili sfottò romaneschi. Allora puoi perfino permetterti anche di andare ogni tanto a Filadelfia, a fare cosa lo sa Dio indipendentemente da se e quanto è costato ai contribuenti.