La vicenda del Comune di Quarto e del sindaco 5 Stelle Rosa Capuozzo mi conferma due mie convinzioni radicate da tempo: 1. Non possono esistere, almeno in Italia, partiti politici integralmente e perennemente puliti (e non può esistere un programma di governo tutto basato sulla “pulizia”) – 2. Molte, troppe, aree del Sud Italia sono ormai strutturalmente irrecuperabili a un funzionamento della vita sociale e politica tendenzialmente “normale”- occidentale.
Come quasi tutti conosco la vicenda solo sulla base di quanto ne dicono i media e, molto a occhio, mi pare che il sindaco Capuozzo sia più una persona sotto pressione, spaventata e incauta che non una collusa con la criminalità (non così, parrebbe, qualcun altro del Movimento). Ma questo, in termini di riflessione complessiva, non è un elemento granché significativo.
Più significativo è che un posizionamento politico basato solo sul “tutti ladri”, “tutti a casa”, “noi siamo diversi, siamo gli onesti” etc. è sempre destinato a declinare più prima che poi. In genere diversi e onesti lo si è quando non si governa e non si amministra; quando si comincia a farlo, certe meccaniche di commistione con gli affari, gli appalti o peggio la criminalità, sembrano scattare inesorabili.
Pensiamo alla Lega. Alle origini si erano presentati come angeli vendicatori, come i devastatori di Roma ladrona (quella Roma, lo dimenticavano sempre, presidiata da politici di tutta Italia, da clan veneti e calabresi, lombardi e abruzzesi e via dicendo). Poi abbiamo visto come è finita: trote scapricciate dai soldi pubblici, capetti meridionali onnipotenti, bossetti (nel senso di piccoli boss) padani e alpestri, vicende bancarie da codice penale. Salvini, lo si detesti o lo si ami, ha comunque dovuto cambiare linea per rilanciare il partito: non più il nord corretto e onesto contro tutti, ma un partito nazionale populista che punta su altri temi.
Gli esempi potrebbero continuare. Ad esempio certe presunzioni di diversità e di diverso livello morale da parte della sinistra oggi fanno solo sorridere (amaramente). E, come per gli altri, emerge ogni giorno che il metro di giudizio che vale per l’avversario politico non vale poi per te.
Il Movimento 5 Stelle ha finora avuto poche occasioni per farsi risucchiare dalle sabbie mobili della politica italiana e di quella tostissima, resistentissima, immortale parte della società così detta civile che dalla politica succhia e alla politica, in cambio, dà soldi, assunzioni, vacanze, favori e, nel caso sia necessario, minacce e qualche volta morte.
Ma, se otterranno successi elettorali, ne avranno, ne avranno di occasioni! E allora la gente e i media diranno anche su di loro: “Tutti a casa, rinnovamento, cambiamento!” (Ormai la rottamazione di Renzi sembra un’operazione WWF di conservazione della specie dinosauri).
Concludo con una banalità: una strategia politica basata al 99% sull’onestà, sulla propria diversità, purezza e sullo scacciare i corrotti o, grillinamente, gli ologrammi, ha il fiato cortissimo. Onestà e lotta alla corruzione e alle connivenze opache o del tutto sporche sono, specie in Italia, un elemento imprescindibile di un progetto di governo ma una strategia di proposte politiche serie dovrebbe mettere al centro anche altre cose, serie, sostanziose e di lungo periodo, in grado di sopravvivere e di dare fiducia al paese quando anche qualcuno dei tuoi comincerà a rubacchiare o a cedere ai ricatti.
Ma questo al momento sembra essere al di là delle possibilità mentali e politiche di chi via via sta all’opposizione, sempre proteso alla caccia di voti facili da ottenere con argomentazioni facilone.
Sul Sud, per chi avrà interesse e voglia di leggermi ancora, prossima puntata.