Il 20 giugno 2015 si era svolto a Roma un Family Day che si focalizzava contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Poco dopo avevo pubblicato un post dal titolo Family Day: ossessione contro il sesso.
Sabato scorso, 30 gennaio 2016, ulteriore Family Day contro il così detto disegno di legge Cirinnà. E anziché scrivere un nuovo probabilmente superfluo commento, ho deciso di ripubblicare quello dell’anno scorso. Infatti quel post non voleva commentare i temi specifici della manifestazione né il loro sfruttamento politico, che del resto è cosa normalissima e che accade in tutto il mondo.
Proponeva invece una riflessione generale sulla stravagante (per me) convinzione di molti che Dio, sia esso Jahvè o Allah o chi per lui, mentre gestisce dieci miliardi di ammassi di galassie, mentre contempla Auschwitz o i Gulag, mentre ha osservato e osserva i suoi veri devoti bruciare eretici e streghe o tagliare la gola agli infedeli, abbia come principale preoccupazione quella dell’abominio del sesso libero tra umani. E da questo consegue la biliosa aggressività di molti contro gli umani che fanno sesso fuori delle regole di Dio (???).
Passano i mesi tra due Family Day, passano gli anni dai tempi del delitto d’onore, passano i secoli dalle cinture di castità ma per i bravi sostenitori della famiglia naturale voluta da Dio, non cambia nulla. Ripropongo quindi le mie piccole riflessioni di qualche mese fa (con qualche minimo ritocco).
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Recentemente si è svolto a Roma un Family Day (parlavo di quello del 2015) con lo scopo di opporsi a qualsiasi legislazione e prima ancora a qualsiasi comportamento affettivo e sessuale che deroghino rispetto all’unica possibilità permessa dai familidaysti: la famiglia secondo natura, composta da un uomo e una donna (religiosamente) sposati e che abbia come ragion d’essere principale quella di fare figli. E in queste occasioni si dibatte sempre, da destra e da sinistra, da posizioni laiche e da posizioni confessionali, appunto su cosa sia e cosa non sia naturale.
Su questi temi ho due modeste opinioni.
La prima: che gran parte della natura animata, anche se non tutta, si riproduca attraverso il rapporto sessuale tra maschio e femmina (e la natura, astuta, ha elaborato il piacere come forma di attrazione per spingere all’accoppiamento) mi sembra fuori discussione. Per cui, paradossalmente ma non troppo, se tutti, leopardi, scoiattoli o esseri umani, fossero rigorosamente omosessuali, si bloccherebbe la riproduzione della specie, che rappresenta invece, la scienza ce lo insegna, uno degli obiettivi primi dei comportamenti animali. (Questo, ovviamente, a prescindere dalle moderne, e a mio avviso in molti casi discutibili, tecniche di fecondazione che per centinaia di migliaia di anni la natura ha ignorato).
Che l’accoppiamento tra maschio e femmina con scopi essenzialmente (se non esclusivamente, come di fatto sostengono alcune posizioni religiose) riproduttivi sia l’unico comportamento naturale, mi sembra però un’idea discutibile, stravagante e prepotente.
Il piacere sessuale è naturale in tutte le sue forme (sta alla società porre dei limiti fondati sul rispetto e sul consenso); non sta scritto in nessun codice genetico che sia naturale accoppiarsi con una cagna e non naturale masturbarsi: ebbene, ho visto molti cani di miei amici masturbarsi perché presi dal desiderio del piacere, non avendo a disposizione, per vari motivi, una compagna con cui “fare l’amore”.
I molto più svariati, rispetto agli animali, comportamenti umani in campo sessuale sono il frutto della “cultura” umana, che è però comunque una forma di natura: sono naturali sia la nona sinfonia di Beethoven sia il canto di un usignolo. Reprimerli a priori, in quanto non naturali, è una odiosa forma di violenza che ha nel contempo motivazioni psicanalitiche e ideologiche.
Ed è parimente odioso reprimerli, con la legge o con la violenza, in quanto vietati da Dio. Le due cose stanno insieme: certi comportamenti sessuali non sarebbero naturali perché non farebbero parte dell’universo così come Dio lo ha creato e voluto. Che poi sarebbe come i sostenitori di una sola forma di sessualità pensano che Dio lo abbia creato e voluto.
La seconda: c’è del marcio, direbbe Shakespeare, nell’ossessione acida e cattiva di tanti, e dei capi religiosi in particolare, e nell’odio aggressivo contro la varianti sessuali e contro l’omosessualità in particolare. Diciamo che nel fondo del fondo c’è un po’ di cattiveria. Non posso qui dilungarmi. Suggerisco solo: il desiderio di controllare nel profondo, anche con meccanismi ricattatori “celesti”, i comportamenti umani tramite il controllo sessuale (la Chiesa, ad esempio, lo aveva capito secoli e secoli prima di Freud). Il fastidio-paura per il sesso in sé che si è espresso nel corso dei secoli con termini tipo purezza come simbolo supremo del non sesso, contaminazione, purificazione, e in generale con il concetto di sporcizia legato al sesso. Un’ossessione sempre molto maschile, ma non solo, e quasi sempre riferita alle donne, data l’ansia che è connaturata con la prestazione sessuale maschile, ansia strettamente connessa all’aggressività.
Insomma quando cristiani e islamici, conservatori o radicali che dir si voglia, per una volta si ritrovano insieme in piazza a tuonare contro i diritti civili legati a liberi comportamenti e libere scelte sessuali in realtà, nel loro profondo, tuonano contro la sessualità, intesa e accettata come attività libera e bella della natura animata. Di cui, peccato per loro, hanno paura.