Nonostante il femminismo e le lotte per la parità, una cosa mi pare evidente: nelle svariatissime attività che le donne svolgono nella società, l’aspetto fisico non solo conta sempre, ma conta sempre di più, conta anzi in un modo che fino a qualche tempo fa non sarebbe stato concepibile. E ovviamente le donne che hanno la buona ventura di essere belle, cavalcano alla grande questa irresistibile tendenza.
Passi che so per le attrici. Esattamente come per gli uomini si tratta di un lavoro in cui il fascino fisico fa parte inevitabilmente dei ferri del mestiere. Ma oggi la legge della bellezza femminile impera in ogni campo, anche in quelli dove veramente non porta alcun valore aggiunto e il criterio di giudizio dovrebbe basarsi su altre caratteristiche e capacità.
Accede ai fasti dei grandi palcoscenici lirici quasi solo una ristretta cerchia di fascinose bellone, alcune magre e alte come indossatrici. Non vorrei nemmeno pensare che ai nostri giorni in nome dell’estetica potrebbero avere delle difficoltà ad affermarsi Joan Sutherland con il sui mento prominente o Montserrat Caballè (che vediamo nella foto) con il suo fisico abbondante: e chi ama la lirica sa di quali voci sto parlando! Idem per quanto riguarda pianiste e violiniste, tenniste, giornaliste, criminologhe. Persino dirigenti d’azienda. E, last but not least, politiche.
Il grande mutatore di costumi in Italia è stato Berlusconi: “fisico del ruolo” come nuovo criterio per scegliere le sue seguaci in grado di conquistare gli elettori, seguaci in svariati casi brillanti e capaci, in altri quasi imbarazzanti.
Il moderno Renzi si è adeguato, anche se in modo meno tassativo e radicale rispetto al Cavaliere. Le donne del centrosinistra un tempo tendevano ad essere bruttine (dava un serioso messaggio catto-comunista di impegno e serietà?). Al giorno d’oggi resiste, classicissima, Camusso. Rosy Bindi e Livia Turco, se fossero a inizio carriera, stenterebbero a emergere.
E modernissimo si è rivelato il gruppo dirigente del M5S con la vicenda di Patrizia Bedori, che, come è noto, aveva vinto le micro primarie on line per la candidatura a sindaco di Milano e poi dopo pochi giorni “si è ritirata”.
Checchè se ne dica; checchè ne dica, comprensibilissimamente, la stessa interessata; checchè ne dica la “carina” Virginia Raggi, candidata 5S a Roma, che in un talk show su Rai Due ha ripetuto da politica già consumata l’impudica versione della povera Bedori che rinuncia per troppo stress e troppa pressione mediatica: Patrizia Bedori “è stata ritirata” per la sua poco attraente physical evidence (come dicono gli esperti di marketing). Una vicenda a mio avviso inquietante e per certi aspetti anche drammatica dal punto di vista umano.
P.S. 1 – Con quanto detto, credo sia inutile specificarlo, non c’entra niente il vecchissimo ritornello della bellezza e dell’intelligenza. E’ superovvio che le due cose stanno spesso perfettamente insieme così come è ovvio che il pubblico gradisca un bell’aspetto, sia femminile che maschile. E penso anche che non ci sia più merito a essere intelligenti di quanto ce ne sia a essere belle: entrambe le cose sono splendidi doni della natura (che è per il vero ingiustissima e non provvida). Dico solo che, se in certi mestieri il fisico conta in maniera anche discriminante, in altri forse dovrebbero contare solo la voce o solo le capacità di scrivere o di prendere buone decisioni.
P.S. 2 – E comunque so anche bene che è sempre in agguato il rischio contrario. Se una donna molto bella sa cantare alla grande e fa ottimi reportage suscita spesso ironie e recriminazioni (mi consentano lor signori: il più delle volte da parte delle altre donne) perché la dea Venere le ha privilegiate.