Anche oggi propongo a chi ha piacere di leggerlo il mio ultimo articolo.
Qualche giorno fa un privato cittadino pregiudicato, il signor Giuseppe Grillo più noto come Beppe, si è presentato nell’antico palazzo del Campidoglio, notoriamente sede del Comune di Roma e luogo, nonostante tutto il male che se ne possa dire, istituzionale. È stato accolto trionfalmente, ha incontrato sindaca e consiglieri, ha pontificato sul bene e sul male ed è stato circondato da giornalisti ansiosi del suo verbo.
Ovviamente non ha infranto nessuna norma, se non quella del buon gusto, anche se francamente non so se all’ingresso, come è obbligatorio, gli sia stato chiesto se aveva un appuntamento con qualcuno, se la sicurezza abbia contattato, per controllo, la persona con cui aveva un appuntamento e se gli sia stato chiesto un documento di identità: infatti se una persona ha un appuntamento con qualcuno che lavora in Comune e segue le prassi sopra elencate, può senz’altro entrare in Campidoglio.
L’unica riflessione sull’episodio che vorrei condividere è la seguente domanda: se, non dico Renzi che ormai è vituperato anche solo se starnutisce, se dunque il dottor Silvio Berlusconi, che è un pregiudicato come Grillo, fosse entrato alla grande in Campidoglio e avesse sceneggiato in favore del suo partito politico, cosa sarebbe successo sui media e nei post del “popolo della rete”? Quante vesti sarebbero state strappate? A quali vergogne si sarebbe gridato? E se lo avesse fatto financo il così detto mite Bersani?
Ormai il profumo del potere prossimo venturo che emana dal Movimento Cinque Stelle si muove nella società italiana nella maniera descritta nel Barbiere di Siviglia nella celeberrima aria della calunnia: come “un venticello, un’auretta assai gentile che va scorrendo, va ronzando, nelle orecchie della gente si introduce destramente”. E soprattutto, forti come sono del loro moralismo forcaiolo, che al solito vale solo per gli altri, ai leader pentastellati ormai il clima politico-culturale e il sistema mediatico del paese, concedono tranquillamente cose per cui il resto della casta verrebbe censurata se non massacrata (basti pensare alla gestione interna, alle epurazioni, alle nomine di indagati, alla totale dipendenza degli eletti da un centro di potere del tutto privato etc).