Piccolo cambio editoriale. Sono partito, forse un po’ troppo “seriosamente”, con l’intenzione di segnalare l’Italia non seria. Quell’Italia, come uso dire, che ci mette del suo per creare e aggravare i suoi problemi e che troppo spesso e troppo facilmente se la prende con la politica (“tutti a casa!”, per fare poi che cosa, nessuno lo sa bene), con lo Stato, con l’Europa, insomma con tutti meno che con sé stessa, e nel contempo non mette quasi mai la freccia quando deve girare e tiene comportamenti anti sociali che frenano e indeboliscono il paese.
Spero, per quanto posso, di continuare a farlo. Ma scrivendo (lo so: troppo raramente) questo mio blog, mi sono accorto che il più delle volte dico la mia su tante cose che mi stimolano e chi mi vengono via via in mente, anche del tutto a prescindere dal programma della freccia che è un optional. E soprattutto mi sono accorto che mi diverte proprio tanto raccontare di cose che mi piacciono e che mi emozionano: dalla Grecia al concerto di Roberto Vecchioni, dal barocco siciliano al Vecchio Frack di Domenico Modugno e, perché no, alle donne, la prima meraviglia.
Confesso che ho sempre più voglia di divagare, di seguire quello che mi sento di scrivere, indipendentemente da un programma(ino) editoriale. Per cui ho deciso di cambiare, passando da un titolo quasi di testata giornalistica, Italiaseria, a un titolo personale, che è il mio nome e cognome. Così mi sento più libero e così la mia proposta si fa più modesta, e quanti vorranno continuare a leggermi sanno con più evidenza che leggono un amico che racconta e che si racconta e non un giornale monouomo.
A questo cambiamento ne unisco uno di impianto grafico, che mi piace di più. Magari piace anche a voi.
Grazie e un abbraccio a tutti.