Da un po’ di tempo apprendiamo da tv, giornali, radio, Internet che alcuni presidi, insegnanti o simili, attenti e acuti percettori del momento storico che stiamo vivendo, aboliscono i festeggiamenti natalizi, proibiscono canti tipo Tu scendi dalle stelle, cancellano visite a musei dove ci siano quadri a soggetto sacro cristiano, laicizzano il presepe rimuovendone il così detto bambinello. Etc, etc, etc. La principale motivazione risulta essere la volontà di non offendere la sensibilità e i più profondi sentimenti religiosi dei bambini non cristiani che ormai in gran numero frequentano le nostre aule.
A questi lodevoli pubblici funzionari dobbiamo essere grati perché, oltre a impedirci di compiere gesti scorretti appunto nei confronti delle altre religioni, ci fanno anche riflettere sulla nostra rozza insensibilità nel passato, rozzezza da cui ora abbiamo la possibilità di riscattarci, e ci indicano la strada virtuosa da percorrere nel futuro.
In passato infatti abbiamo portato a scuola panini al prosciutto, ferendo il nostro compagno di classe ebreo. Abbiamo fatto festa a San Giuseppe, massacrando la sensibilità dei bambini, magari pochi ma in Italia ci sono, protestanti. Abbiamo mangiato straccetti di manzo con cipolla urtando ignobilmente i più radicati sentimenti dei nostri conoscenti indù. E, orrore finale, abbiamo fatto un sacco di giorni di vacanza per Natale, un po’ meno per Pasqua, avendocela così con tutti: ebrei, protestanti e indù, come detto; ma anche buddisti, musulmani, scintoisti, confuciani, zoroastriani e persino cristiani ortodossi, che celebrano le grandi feste religiose in date diverse dalle nostre. Non ce lo perdoneremo mai.
Ma ecco l’indicazione per il futuro, la retta via cui attenerci per non essere razzisti, prepotenti, blasfemi, politicamente scorretti. Già il governo sta studiando la chiusura degli Uffizi, di Brera, di Capodimonte, così come di quasi tutti i musei e ovviamente delle chiese. Si tratta infatti indubitabilmente di contenitori di svariate madonne e di svariati bambini Gesù, di profeti, santi, martiri, annunciazioni, assunzioni, crocefissioni. Vere e proprie provocazioni istituzionalizzate. Per merito di tale provvedimento nessuno potrà più dire che l’Italia offende le altre religioni sventolando sotto il loro naso dei prodotti artistici a carattere confessionale e, soprattutto, non si correrà più il rischio che qualche insegnante indecoroso progetti gite scolastiche in simili luoghi.
Anche le regioni si stano adeguando: nelle Langhe la petizione per la soppressione della produzione del barolo e del barbaresco ha già parecchi firmatari. Così come in Friuli il sauvignon ha le ore contate. La regione Campania progetta di mandare per le strade, e soprattutto nelle scuole, dei controllori che multeranno chi, con totale intolleranza, esclami “Madonna mia!” oppure “Oh Gesù!”. La regione Veneto sta per votare una legge che permette ai presidi di espellere immediatamente dalla scuola i bambini che, con totale sprezzo della diversità, accennino in aula alla loro prima comunione.
Ma l’iniziativa più pregnante, il vero asso nella manica del paese sembrerebbe essere quella del consiglio regionale toscano: ha messo all’ordine del giorno la proibizione di produrre finocchiona, nei confronti della quale è prevista anche la damnatio memoriae: denuncia immediata per chi la nomina, arresto immediato per chi è sospettato di rimpiangerla.