Questo è un articolo politically scorrettissimo. Posso solo assicurare che non vuole emettere giudizi ma solo raccontare un’impressione.
Una fermata della metro di Milano qualche tempo fa. Salgono parecchie famiglie, padri, madri, bambini. Vengono forse da un raduno o da un evento familiare; si conoscono tutti tra di loro. Parlano arabo. Alcune donne, ne ricordo quattro, hanno bambini piccoli in braccio; le altre cercano di controllare i più grandicelli, iper energetici come tutti i bambini. Tutte portano il velo in testa.
Il vagone non è pieno e ci sono sei/sette posti a sedere liberi. Appena i gruppi familiari entrano nella carrozza non c’è un momento di esitazione nei comportamenti, non un minimo di dubbio: gli uomini vanno a sedersi e le donne, comprese quelle con i bambini in braccio, restano in piedi davanti a loro. Non un momento di esitazione né un minimo di dubbio sul da farsi sia da parte degli uomini che si siedono sia da parte delle donne, che anzi si scansano un attimo per farli sedere. E così, donne in piedi e uomini seduti, conversano tra di loro per parecchie fermate.
E’ vero: oggi la maleducazione dei ragazzi che quando salgono in autobus o in metro si saettano verso gli ultimi posti liberi, senza la minima attenzione a donne e anziani, è dilagante e trasversale. Ma l’impressione della scena su di me è stata forte: non avevo ancora visto, nell’ambito di coppie o gruppi di uomini e donne che si conoscono, mariti, fidanzati, amici non porsi minimamente il problema di dire, nel caso non ci sia posto per due, “Siediti tu” a mogli, fidanzate, amiche. Non si tratta evidentemente di una questione di galanteria (che è fuori modissima) o di maleducazione (che è di modissima); si tratta, non credo di esagerare, di una visione del mondo.
So bene che bisogna rispettare tutte le culture, i loro differenti valori e le loro differenti tradizioni e l’episodio che mi ha così colpito è certamente modestissimo. Ma la questione donna-Islam è una di quelle che mi sconcerta di più e che faccio molta, moltissima fatica a razionalizzare e rispettare. Una di quelle che più ostacolano un vero processo di integrazione. Credo si tratti della violazione dei diritti umani quantitativamente più grande del pianeta; nonché, per tantissimi e spesso non molto onorevoli -per noi- motivi, della più sottovalutata e meno contestata tra tutte da parte di governi, media, onlus, movimenti libertari e via dicendo.