Anni fa nelle scuole guida insegnavano, e credo lo facciano tuttora, che quando si gira a destra o a sinistra, che quando si sorpassa o quando ci si immette in autostrada etc si deve mettere la freccia. Ricordo che quando ero giovane l’Italia aveva i suoi millle difetti, gli Italiani erano, come da sempre, individualisti e un bel po’ anarchici ma quasi tutti nelle manovre suddette mettevano la freccia.
Nelle società si assiste spesso a mutamenti di costume tanto generalizzati quanto misteriosi: senza che nessuno lo stabilisca o che nessuno ne parli, si comincia a fare certe cose o si smette di farne altre. Oggi tra gli automobilisti, per una sorta di passaparola mai cominciato, la freccia non la mette quasi più nessuno: lo vediamo quotidianamente e inoltre, prima di dare a questo blog il sottotitolo “La freccia è un optional”, ho sorvegliato a lungo e con attenzione il fenomeno. Non si sa perché, ma è così. E un optional diventano ogni giorno di più tutta una serie di comportamenti, che per farla breve definirei civili: da quelli più semplici e individuali a quelli più macroscopici di gruppi e categorie.
C’è stata e in buona misura c’è ancora una grande crisi mondiale, ma noi ci abbiamo messo e ci mettiamo del nostro, tanto del nostro. La china del disfacimento sociale e della mancanza di coesione sembra essere irreversibile.
La politica è protagonista di mille vergogne, ma siamo seri: siamo veramente solo un grande popolo rovinato da una politica vergognosa? O siamo anche un popolo certo di grande talento ma sempre più incapace di comportarsi con un minimo di considerazione per il buon funzionamento della collettività?
Vorrei parlarne un po’ a quelli cui capiterà di leggermi. Proporre qualche analisi e suggerire qualche riflessione su vergogne piccole e grandi, loro (dei politici) ma anche di tutti noi. Magari con la tenue speranza che le cose col tempo vengano fatte, tutti giorni, un po’ meglio.