Nei decenni passati si dava del fascista con molta disinvoltura, anche a liberali, democratici e socialisti non marxisti. La cosa poi, Deo gratias, è sostanzialmente caduta in disuso. Ma al di là dell’utilizzo generico, fazioso e polemico del termine fascismo, proviamo a esaminare alcuni aspetti caratterizzanti di un’ideologia di tipo fascista.
* Il forte legame con una entità territoriale e nazionale, intendendo come nazione una comunione storica, culturale e, negli aspetti più estremi, razziale.
* Il partito come espressione autentica e unica del territorio-nazione.
* L‘uniforme indossata dai militanti, spesso incentrata su una camicia, nera o bruna che sia.
*L’organizzazione in squadre spesso di tipo paramilitare.
*Il richiamo a una storia antica e mitizzata: la grandezza di Roma antica o la Germania delle foreste e degli Dei.
*Elementi di paganesimo naturalistico: fiumi sacri come il Reno.
*Le pesanti allusioni sessuali di tipo maschilista. Il linguaggio sboccato e sempre sopra le righe, l’insulto becero. Il disprezzo per il culturame e gli intellettuali. L’odio per il parlamentarismo e i sindacati.
* La parte più chiusa e impaurita (e spesso ha ragione di esserlo) della media e piccola borghesia come principale base sociale.
Veniamo alla voce Lega Nord, dalle origini a Salvini:
* Il partito inteso come espressione autentica di un territorio-nazione, la Padania, e come portatore unico degli interessi nazionali padani. Mai, se non sbaglio, la dirigenza leghista ha parlato dell’ipotesi che in una Padania indipendente la Lega possa perdere le elezioni e non governare.
* L’uniforme, la camicia verde indossata dalle squadre dei militanti.
* La storia mitizzata e fantasiosa: i Celti.
* Il paganesimo naturalistico: l’ampolla d’acqua del Po, sacro fiume.
* Riferimenti sessuali maschilisti come piovesse. Sul linguaggio, sulla tattica dell’insulto, sul disprezzo verso la cultura, gli intellettuali, il parlamento, i sindacati e sull’ideologia sociale della Lega non c’è bisogno di soffermarsi.
La Lega si proclama antifascista in quanto avversa allo stato (e allo statalismo) italiano centralizzato. Ma attenti alle confusione e ai rovesciamenti. Il fascismo, infatti, si può applicare con lo stesso apparato ideologico ed espressivo a realtà territoriali diverse, siano esse o no coincidenti con gli stati esistenti o con aree non statali, in genere separatiste: l’Italia o la Padania, la Germania o la Croazia (che oggi è uno stato, ma non lo era in tempi passati al tempo del suo “fascismo”). Quindi si possono avere, o sognare, regimi di tipo fascista italiani o padani, tedeschi o croati. E ancora: il fascismo ha in sé forti elementi di statalismo e di populismo, ma si tratta di un regime che finisce per difendere autoritariamente rapporti socio-economici basati sulla conservazione e la disuguaglianza.
Alla Lega pre salviniana mi sembra non sia mancato nessuno dei fattori che caratterizzano davvero il fascismo: si è posta come partito nazionale e nazionalista, che rappresenta interessi sia economici che cultural-ideologici fortemente conservatori e che ha elaborato un sistema linguistico e simbolico storicamente tipico del fascismo. Considerarla quindi un movimento se non altro ispirato dal fascismo non credo sia semplificazione grossolana e provocatoria, bensì una quasi ovvia valutazione politologica.
Della Lega salviniana vorrei parlare in un prossimo post. Ma il gomito a gomito a piazza del Popolo delle camicie verdi e delle camicie nere poundiste o meno non è uno strano accidente della storia. E’ invece il punto di approdo di una vicinanza che è nelle cose sin dalle origini.