Quante volte i media ci hanno raccontato di conventicole e di sette dove abili sfruttatrici o sfruttatori dell’ingenuità del prossimo o della spesso sgangherata sete urbana di misticismo riescono a farsi fare regali e donazioni dagli adepti e a darsi con questi beni a una vita lussuosa, sistemarsi in belle ville e bere champagne “alla faccia” dei loro proni e masochisti finanziatori? Tante: santoni indiani, predicatori americani, imbonitori nostrani. A simboleggiare tutti costoro mi viene in mente Mamma Ebe: qualcuno se la ricorderà. Sulla sua vicenda è stato girato pure un film, mi pare da Carlo Lizzani.
La Chiesa cattolica è da secoli una monarchia ricca e potente. Ha ereditato dai secoli passati splendidi palazzi; possiede immobili, ha rendite, ha una banca opaca e molto discussa. Parecchi dei suoi massimi dirigenti, i cardinali, sapevamo da sempre che vivevano come persone di alto rango, come “prìncipi” della Chiesa. Ma quando leggevamo dei santoni ladroni o dei capi di microsette protestanti a caviale e champagne svuotatori di tasche, abbiamo sempre pensato che la Chiesa cattolica era un’altra cosa.
Abbiamo pensato che si tratta di una forte struttura di potere, dedita all’indirizzo (o al controllo) delle anime, spesso oscurantista, talvolta in passato violenta e anche assassina, oggi maneggiatrice non trasparente di capitali. Si, ma con una sua grandezza: e se molti dei suoi prìncipi e sottoprìncipi sono dediti al potere, se si pongono in rapporto con le menti spesso semplici dei fedeli esibendo i segni del fasto e dell’autorità, abbiamo sempre avuto la sensazione che lo scopo finale sia comunque quello di affermare la fede e la Chiesa. Gente magari discutibile, discutibilissima, ma insomma gente seria, nel male e nel bene.
Mai ci saremmo immaginati che qualche potente della Chiesa di oggi, non quella dei Borgia e dei Medici, rubasse ai poveri! Mai avremmo pensato che gli oboli dei fedeli, quei soldi che milioni di persone dànno alla Chiesa perché questa sia caritatevole, cioè ami (caritas!) i deboli e gli emarginati, sarebbero stati sottratti ai loro fini e usati per godimento personale, come faceva una qualsiasi Mamma Ebe. Perché un conto è gestire il potere, controllare flussi di denaro anche di disonesta origine per competere nel mondo con pragmatica e magari poco cristiana durezza, un conto è persino prendere tangenti sugli appalti, e un altro conto è ingannare chi ti dà qualcosa per fare del bene, sfruttare chi crede in te e nella tua missione, defraudare i bambini malati e gli ultimi della terra.
Ovviamente è corretto e civile essere garantisti e non sparare giudizi sulla base dei libri e dei giornali. Ma già ora mi sembra ce ne sia abbastanza per rimanere sbigottiti e angosciati, anche indipendentemente da tutte le azioni di riforma e ripulitura che possano essere messe in campo.