So che rischio improperi e accuse di qualunquismo scorretto. Ma visto coloro che mi leggono sono in genere amici, oso riproporvi questo mio articolo pubblicato l’8 marzo (quindi lo “ieri” e l’oggi” che trovate nel testo).
Ieri, 7 marzo, leggo su un sito di informazione che per oggi, 8 marzo, è previsto a Milano uno sciopero dei trasporti. Strano, mi dico, uno sciopero dei trasporti di mercoledì! Scorrendo altri siti, estendo le mie conoscenze: lo sciopero è nazionale, riguarda tutti i settori, anche scuola, sanità e via dicendo. E mi dico: le politiche del governo proprio non piacciono alla maggior parte dei sindacati e magari anche dei lavoratori stessi.
Procedo nella lettura e apprendo che non c’entrano le ipotetiche iniquità gentiloniane o l’onda lunga di quelle renziane. Lo sciopero è stato deciso in concomitanza con la giornata della donna, per protestare contro le discriminazioni e le violenze di genere.
Penso di aver capito male. Avrò dunque sognato, dice con drammatica ironia Rigoletto quando i cortigiani del duca di Mantova gli dicono che no, loro hanno dormito tutta la notte e non si trovavano affatto in un vicolo della città per rapirgli la figlia. Ma sa bene che non è vero: quelli gli hanno veramente rapito la figlia in una buia notte mantovana.
Avrò forse sognato anche io. Ma sospetto proprio che non sia vero. Rileggo. Cerco in altri siti. E’ così: per solidarietà contro le discriminazioni di genere si lasciano per strada milioni di persone, si riducono i servizi ai malati, si fa saltare la scuola ai ragazzi etc etc. Questo è ritenuto il modo più maturo, più profondo e combattivo per affrontare una questione tra le principali della storia umana e anche del nostro tempo: far scioperare i soliti noti (nel settore privato penso saranno in pochi a farlo). E il fatto che, come apprendo subito dopo, si tratta di una iniziativa internazionale confesso che non mi consola più di tanto, né diminuisce la mia inquietudine per un paese che, di ritualità in ritualità, sembra perdere giorno dopo giorno gli ultimi barlumi di buon senso.