Leggo in un libro dal titolo Unisex. Cancellare l’identità sessuale: la nuova arma della manipolazione globale, di Enrica Perrucchietti e Gianluca Marletta, che il biologo Henri Atlan sostiene che l’ectogenesi (cioè, in soldoni, lo sviluppo dell’embrione all’interno di un utero artificiale) segnerà “la possibilità di una evoluzione verso una vera uguaglianza dei sessi”.
E che la ricercatrice Anna Smajdor (qui il libro riporta di articolo di Nicoletta Tiliacos sul Foglio) auspica un deciso aumento di fondi per realizzare l’utero artificiale in modo da liberare le donne da quella condanna ancestrale e barbara che sono la gravidanza e il parto. Infatti la gravidanza in un utero artificiale è il vero punto di arrivo dell’uguaglianza dei sessi; senza di essa la stessa idea di parità risulta beffarda. Gravidanza e parto sono delle malattie protratte, come il morbillo, ma durano molto di più e sono più invalidanti. Parità nella vita sarà dunque quando maschio e femmina vivranno la dolce attesa alla pari, tutti e due fuori della porta del laboratorio.
Le possibilità di sviluppo della scienza sembrano quasi senza limiti e se l’uomo certe cose le può fare, mi è sempre sembrato incomprensibile il timore-condanna che possa sostituirsi a Dio. Se si possono migliorare le possibilità di procreare e diminuire le sofferenze umane, non capisco proprio perché non farlo.
Quello che però mi ha colpito dei passi che ho citato è l’esplicita teorizzazzione che il modo con cui la vita di moltissime specie tra cui quella umana si è da sempre trasmessa e rinnovata nell’universo conosciuto sia una iniquità sociale; e che quella particolarissima, misteriosa e commovente vicenda di una donna che porta suo figlio per mesi dentro di sè sia una malattia invalidante, che dovrebbe dar luogo a risentimenti nei confronti dell’altra metà dell’umanità.
Dico questo perché sono un maschio e chissà perché l’evoluzione che si è messa in moto dal Big Bang quindici miliardi di anni fa non mi costringe ai dolori del parto? E non ho mai considerato il fatto che il parto è maschilista?
Può senz’altro essere, ci devo riflettere con onestà mentale. Ma al momento questa ideologia che gravidanza e parto sono barbarie da cui un mondo libero e uguale deve emanciparsi perché i sessi stiano veramente in situazione di parità mi mette grande inquietudine e tristezza.
Qualcuna/o ha voglia di dire cosa ne pensa?
Un caro saluto a tutti.