Leggendo i commenti al mio post della settimana scorsa intitolato “Il parto è maschilista?” ho tirato un sospiro di sollievo: il coro di stupore e di ripulsa è stato unanime.
Infatti devo ammettere che quando avevo letto che alcuni scienziati sostenevano che il futuro ci porterà l’abolizione della gravidanza e del parto (tutto sarà fatto in uteri artificiali) e questo ci permetterà di raggiungere la vera ultima e completa parità tra uomo e donna sottraendo la donna dalla prolungata “malattia” costituita dalla gravidanza e dal dolore del parto, avevo strabuzzato gli occhi incredulo e di sasso.
E non certo per il fatto che certe tecniche vengano sviluppate con il fine di risolvere gravi problemi di salute o simili, ma per il fatto che siano considerate come una vera e propria strategia da perseguire in generale per migliorare i destini dell’umanità. Il che vuol dire: facciamo in modo che un domani tutti i figli vengano concepiti, gestiti e partoriti artificialmente e l’umanità sarà finalmente giusta, cioè le femmine umane saranno “guarite”, felici e finalmente uguali ai maschi umani. E dato che leggendo il libro mi sono reso conto che si tratta di posizioni culturali abbastanza alla moda anche in sedi autorevoli, e a quanto ho visto anche in Italia, mi sono detto: ne parlo sul mio blogghino e vediamo se qualcuno, specie le donne, ha voglia di dire ciò che ne pensa, vediamo se i più strabuzzano gli occhi come è successo a me.
Come detto, ho tirato un sospiro di sollievo: non sono solo io che sono rimasto incredulo e di sasso di fronte a questa follia estrema del politically correct. Dai commenti di tutti, e ovviamente soprattutto delle donne, è venuto fuori che partorire un figlio è una cosa meravigliosa. E ringrazio tutte coloro che hanno fatto il piccolo sforzo di scrivere qualche riga di buon senso, di calore umano, e perché no, di amore
(Ricordo che ho tratto le informazioni di cui sto parlando dal libro Unisex. Cancellare l’identità sessuale: la nuova arma della manipolazione globale, di Enrica Perrucchietti e Gianluca Marletta. Non credo sia necessario specificare che non sono gli autori del libro a sostenere queste tesi; essi sono in totale disaccordo con l’auspicio di un futuro dominato dalla procreazione artificiale e riportano un trend ideologico-culturale e le posizioni di altri. Il loro libro è per molti versi discutibile, ma su questo punto hanno diecimila volte ragione.)