Personaggi e interpreti:
- A = Movimento 5 Stelle. Capocomico: Luigi Di Maio
- B = Lega. Capocomico: Matteo Salvini
- B2 = Forza Italia. Capocomico: Silvio Berlusconi
- C = Partito Democratico. Capocomico: ??? Ex (forse) capocomico: Matteo Renzi
PROLOGO – In moltissimi paesi del mondo è difficile che un partito prenda la maggioranza assoluta (quasi mai con un sistema elettorale proporzionale). Quasi da nessuna parte si verifica quello sciocco rito linguistico in base al quale “la sera delle elezioni si deve sapere chi ha vinto”. Quasi ovunque, quindi, i governi si formano sulla base di alleanze parlamentari, quelle che da noi si chiamano in modo stupido e ossessivo “inciuci”, per impressionare il popolo del “mandiamoli a casa”.
PROLOGO 2 – L’Italia è chiamata a dire la sua, in modo possibilmente che conti qualche cosa, in tanti prossimi importanti consessi su questioni da nulla come l’economia, le banche, i bilanci europei, le guerre nel mondo, i dazi americani…l’Italia poi dovrebbe provare a fare qualcosa per la scuola, le piccole e medie imprese, il sud, il lavoro e altre pinzillacchere simili. Qualcuno pensa quindi che sarebbe bene che avesse un governo autorevole.
PRIMO ATTO – In Italia si è cambiata per l’ennesima volta la legge elettorale sulla base di calcoli di convenienza renzo-berlusconiani rivelatisi, come ormai sempre almeno quelli renziani, totalmente cannati, presuntuosi e ciechi anche di fronte all’evidenza. Questa ha sancito un sistema tripolare che funziona solo se due si alleano, tipo come fanno quegli stupidotti e arretrati dei tedeschi.
SECONDO ATTO – Sempre in Italia cominciano allora le serie discussioni se conti il primo partito o la prima coalizione (???). Ne consegue il profondo dubbio se un governo, che so, tra A e C sia in realtà costituito dai secondi e dai terzi arrivati o, se si contano i partiti e non le coalizioni, dai primi e dai secondi. Da noi, più in generale, si segue lo schema, da intreccio amoroso della commedia dell’arte (ma anche di Shakespeare e Goldoni!) nei quali A ama B, B ama C, C ama A.
Infatti:
- A non vuol fare il governo con B se B si porta dietro il suo alleato B2.
- B2 in ogni caso non vuole fare il governo con A e vorrebbe farlo con C.
- C non vuole fare il governo con B (forse si con A?).
- A prova a fare il governo con C. Ma C si suddivide in chi vuole A e chi non lo vuole. E la cosa ahimè funzionerebbe solo se tutto C votasse insieme ad A.
- Qualcuno di C aveva segretamente sognato di fare il governo con B2 e viceversa, ma poi hanno scoperto che C e B2 non hanno la maggioranza.
- E per carità, mai un governo di unità suggerito dal Quirinale: così si offende il voto degli Italiani (che evidentemente non viene offeso da questa commedia dell’arte messa in scena da modesti girovaghi improvvisatori della politica).
- In ogni caso, se ci si alleasse, mai il presidente del consiglio potrebbe essere il leader del movimento più forte (il partito? la coalizione?), come accade in tutta l’orbe terracquea normale. Meglio cercare una “personalità terza” che non offenda nessuno.
- Tutti pensano al loro futuro: che succede al mio partito e, soprattutto, a me personalmente se vado con A o B o B2 o C? Mi conviene? Mi estinguo? Che direbbe la base?
TERZO ATTO – E allora, dopo settimane e settimane, i grandi cambiatori, quelli che portano il popolo direttamente al potere con un click, quelli che vogliono fare contratti ma non alleanze, convergenze ma non maggioranze, quelli dell’io a Palazzo Chigi o nessun altro, se ne escono fuori con un innovativo, serio ed elevato grido politico pere il bene del paese: “Al voto, al voto!”. Si avete capito bene: al voto, di nuovo, dopo pochi mesi, con la stessa legge elettorale, dopo aver dato tutti il più indegno spettacolo possibile.
FINALE – Vergogna imperitura! A loro, ai loro veti, ai loro personalismi, ai loro calcoletti (sempre sbagliati), al loro immediato e banale adeguarsi alla più classica e squallida politica italiana. Vergogna a Berlusconi che pone a sua volta veti per andare non si sa dove (in parlamento a cercarsi i voti per un govereno di minoranza?). Al PD decotto e squagliato e soprattutto a Renzi che, mentre il Presidente della Repubblica, dicesi il Presidente della Repubblica, per carità di patria aspetta la direzione del PD, va in televisione, dicesi in televisione, a dettare la linea, a nullificare il dibattito in direzione, a insultare di fatto Mattarella.
Un filino di vergogna in meno a Salvini. Non sono un suo sostenitore ma bisogna riconoscergli che comunica meglio di tutti, dice cose rotonde e comprensibili, vuole fare il governo superando alcuni degli isterismi miopi di cui sopra. Ovviamente per poter fare le cose che vuole fare, discutibili o meno (ma molte, come si sa, sono fantasiose e demagogiche e non le farà mai).
Dopo le monetine a Craxi, le seconde repubbliche, le rivoluzioni liberali e i nuovi rinascimenti, dopo il nuovo partito di centro sinistra “all’europea”, dopo i governi tecnici, dopo le rottamazioni, dopo i vaffa purificatori, veramente: Vergogna! (e povera Italia).