È noto che in Italia chi ricopre cariche pubbliche che non prevedono che si prendano decisioni di politica economica (e sociale) gode di maggiore popolarità rispetto a chi invece, per ruolo, le deve prendere.
Ad esempio i presidenti della repubblica, che nei sondaggi risultano sempre i più popolari tra i politici: possono affermare con una certa tranquillità cose saggissime, lungimiranti, perfettamente condivisibili, alte dal punto di vista etico (un po’ come può fare il Papa). Non spetta poi a loro di tradurle in atti di governo. In una qualche misura anche i sindaci, che risultano spesso discretamente popolari (oggi un po’ meno di qualche anno fa) e che possono anche accusare il governo centrale di non…etc, mentre loro stanno dalla parte dei cittadini.
Al contrario: la figura più esposta alle critiche, ai risentimenti, alla pubblica esecrazione è in genere il presidente del consiglio. È infatti lui il primo responsabile degli atti concreti che il potere pubblico deve compiere per governare il paese; tra i quali atti concreti quelli economico-sociali sono i più clamorosamente visibili e quelli che lasciano i più quasi sempre insoddisfatti.
Leggo perciò sui giornali con curioso stupore di un sondaggio da cui risulta che il presidente Conte è il politico al secondo posto, se non ricordo male dietro al solo Mattarella, in termini di indice di gradimento. E ovviamente mi sono chiesto come mai.
Le spiegazioni che mi sono dato, e che valgono per quello che valgono le opinioni personali non fondate su analisi e ricerche, potrebbero essere due (oltre all’ovvia considerazione che è al potere ancora da poco tempo):
- Conte è pacato e signorile e questo magari alla fine piace a un elettorato che pure mostra di gradire sempre di più i proclamatori chiassosi e teatrali, come ad esempio Di Maio e Salvini.
- Conte non pare sia in condizione di prendere alcuna decisione, men che meno quelle di politica economica. Non decidendo nulla, non sbaglia (quasi) nulla, non dice cose sgradevoli, non si contraddice, “non si sporca le mani; e il popolo non lo giudica “cattivo”. Anzi alla gente potrebbe stare simpatico proprio perché non decide e non fa. Magari dà anche l’impressione che, nella sua assenza dalle scene e nel suo operoso silenzio, stia pensando qualcosa di serio e di notevole, che poi ci stupirà.
È quindi probabile che se continuerà, almeno all’apparenza, a (quasi) non esistere come capo di governo, continuerà nel contempo a godere di gradimento e considerazione.