Qualche giorno fa ho preso l’aereo per andare da Roma a Milano. La giornata era splendida e limpida. E ho visto l’Italia. Ancora una volta mi è sembrata come una donna magnifica e sensuale allungata sul mare.
Appena decollato, l’aereo ha virato a nord-ovest e a est si vedeva Roma con nitidezza. Subito dietro, la Sabina già verdeggiante fino al Terminillo innevato. A seguire la lunga striscia candida e incantata degli Appennini abruzzesi, dalla Majella al Gran Sasso, montagne dure, dalle misteriose leggende.
Sempre a est, subito sotto l’aereo, la Tuscia, rustica e morbida insieme, e i laghi di Bracciano, di Bolsena e Trasimeno. Sulle loro rive, per una gran parte ancora incredibilmente selvatiche, si affacciano borghi medievali. Le isole lacustri si toccano quasi con la mano, tanto sono scandite, nonostante il finestrino dell’aereo.
Poi Siena, di indicibile bellezza.
A ovest la costa e il mare. L’Argentario, l’Elba, la Capraia, la Gorgona. E sullo sfondo, ma vicinissima, la Corsica completamente imbiancata. Poi Pisa, la Versilia, la foce del Magra, Lerici, Porto Venere, seguite dalla grande curva delle Cinque Terre e della Riviera Ligure, nitidissima anche se si guarda lontano.
Tornando dall’altra parte, l’Appennino tra Toscana e Umbria. Dalle valli riempite da enormi batuffoli di nebbia spuntano le cime spruzzate di neve che letteralmente scintilla. Appare qualche antico castello.
Man mano le montagne diventano colline con boschi e vigneti che alla fine si appiattiscono nella Val Padana, tagliata a metà dal grande fiume con le sue fitte curve e con in fondo lo spettacoloso arco di 180 gradi delle Alpi bianchissime. L’occhio da quella altezza può andare dal Trentino e dall’Alto Adige fino al Monte Rosa e, se riesce a vedere bene anche dal finestrino opposto, alle montagne valdostane e al Monte Bianco.
Alla fine, quasi sotto l’aereo a est, Milano, perfettamente messa a fuoco con le guglie del Duomo che si accostano ai nuovi grattacieli della zona Garibaldi.
Un’ora emozionante, come sempre è quando, con il bel tempo, si sorvola l’Italia e le sua combinazione senza uguali di meraviglie della natura e del talento umano.
Quando la voce del comandante ci dice che stiamo per atterrare, ho l’impressione di essere partito cinque minuti prima senza essermi distratto un momento (e magari alla prossima occasione possiamo parlare di Napoli, di Ischia, di Matera, di Taranto, dello stretto, dell’Etna, e altro e altro ancora, visti dal cielo).