Nato a furor non di popolo ma dei paesi occidentali nostri alleati, il governo Conte bis si trova di fronte un macigno probabilmente insuperabile: quello di fare una politica diversa da quella di Salvini evitando che il suddetto Salvini stravinca alle prossime elezioni.
Cambiamo l’Italia, proclama il governo giallorosso. Il che già di per sé non è una grande novità rispetto al governo del cambiamento gialloverde. Benissimo: ma da dove cominciare? Infatti per cominciare a cercare di diventare un paese serio, a rimettere a posto i conti pubblici e a fare le cose per cui il nuovo governo è beneamato all’estero, bisognerebbe rimettere le mani sulle cose fatte da un governo che parlava e straparlava alla “pancia degli Italiani” e che tra l’altro aveva lo stesso presidente del consiglio e lo stesso partito di maggioranza relativa.
Chi avrà il coraggio, almeno nel breve, di rimandarci in pensione più tardi? Chi di annacquare fino alla dissoluzione il reddito di cittadinanza? Chi di cambiare i decreti sicurezza, di ridurre il perimetro della legittima difesa?
Chi, soprattutto, deciderà di dire ai migranti “Prego, accomodatevi” pur con accordi di redistribuzione con (alcuni) partner europei? Accordi che, aggiungo, se mai dovessero funzionare, rappresenterebbero un maggiore incentivo per gli aspiranti migranti a rischiare la vita per arrivare da noi: non si resta a tappo in Italia ma si può andare in Francia, Germania e altrove.
Questo governo dovrebbe fare cose eccezionali tipo far ripartire l’economia al +3% annuo, rimettere in moto seriamente il credito, ridurre clamorosamente la disoccupazione e dare lavoro ai giovani, allineare i nostri standard di formazione ai normali livelli europei, riparare le scuole, costruire tre linee di metro a Roma e via dicendo, per potersi permettere anche una modestissima desalvinizzazione dell’opinione pubblica italiana.
Tutte queste cose non le farà e alle prossime elezioni la destra radical non chic suppongo avrà vita facile.
Sempre che Salvini non si dimentichi di nuovo che un politico italiano può fare tutti gli errori che vuole sia in politica interna che estera, ma che chi tocca troppo affettuosamente la Russia muore.