Sulla triste e squallida indecenza della vicenda della caduta del governo Draghi non credo ci sia nulla da aggiungere, se non considerare, dal punto di vista freddamente analitico, come la squallida e indecente manovra messa in atto dai partiti del centrodestra sia stata astuta e vincente. Il risultato ottenuto è stato massimo: fuori un uomo serio e capace, scena del resto già vista negli anni scorsi; tutta la colpa ai 5 Stelle e anche, udite, udite!, al PD; vittoria quasi certa alle elezioni. Giù il cappello!
La cosa danneggia il paese? A. Non è detto – B. La cosa tutt’al più interessa gli avversari e i giornalisti vicini agli avversari.
Tutto questo reso ovviamente possibile dalla sciagurataggine senza limiti di Giuseppe Conte e dei suoi e dalle secolari pulsioni suicide di chi in Italia si definisce di sinistra, o progressista, o liberal etc. il cui mantra è Dividersi, dividersi, dividersi! Se c’è quello non ci sto io, se ci sto io non ci deve essere quell’altro e via dicendo.
Tre notazioni.
La prima. Le vere insostenibili sciocchezze le dicono non tanto e non solo i politici quanto i saggi commentatori politici in tv. La più incredibile di tutte, ripetuta per vari giorni: gli elettori sono dispiaciuti della caduta del governo Draghi e al momento di votare si ricorderanno di chi è stata la responsabilità (Conte, Salvini, Berlusconi). L’affermazione fa tenerezza. Penso proprio che: non un solo voto di “punizione” uscirà dalle cabine elettorali. La stragrande maggioranza degli Italiani non si è minimamente interessata alle meccaniche della crisi, né sa bene chi ha fatto cosa. Continua a giudicare sulla base del sistema di convinzioni di ciascuno.
La seconda. Il centrodestra, anche se con cautela, giocherà sui problemi suscitati dal prolungarsi della guerra: avere freddo per il Dombass? (Del 1939 era la domanda: Morire per Danzica?). E non gli mancherà il consenso.
La terza. Il centro destra riesce in genere a restare unito più a lungo rispetto al centrosinistra per continuare a governare. Ma potrebbe scattare la consueta dinamica italica: chi sta al governo viene logorato – l’obiettivo primo di ogni partito e partitino è continuare ad esistere senza perdere peso – per cui non mi stupirei se dopo un annetto qualche partito di seconda o terza fila del centrodestra, vedendo che il gradimento popolare scema, non cominci a voler prendere le distanze dal governo di cui fa parte, fino magari a farlo cadere e ricominciare tutto da capo.