Poche settimane fa avevo tentato una profezia sul governo pentaleghista: ha buone possibilità di durare. Se farà anche solo un po’ di ciò che i due partiti hanno proclamato di voler fare prima delle elezioni, riuscirà a mantenere parecchio a lungo l’apertura di credito che la così detta “pancia” degli italiani gli ha dato e gli sta dando.
Le due cose che sostanzialmente sono state promesse sono: più sicurezza (sparare più facilmente, cacciare gli immigrati, più libertà d’azione alle forze dell’ordine etc) e più soldi per tutti (flat tax, reddito di cittadinanza, pensioni e, nei sogni arditi di qualcuno, tornare a stampare moneta come e quanto ci pare).
Matteo Salvini, che già di per sé è il più bravo, si è preso in gestione la faccenda più facile, cioè quella che costa molto meno: la sicurezza. Un bel tema rotondo, tradizionalmente “di destra” ma sentito come nessun altro dalla stragrande maggioranza della popolazione. A Di Maio toccano invece le grane vere, quelle che costano e che o le si fanno e si sfascia il paese e soprattutto si sfasciano i risparmi degli Italiani oppure non le si fanno e allora , ancora una volta, delusione, tutti a casa etc. Comunque si può sempre dare la colpa a chi non ti fa governare e si può cambiare progressivamente narrazione, anche in questo caso per “rassicurare”.
Quindi: se Salvini riesce a fare subito qualche cosa di impattante su legittima difesa, immigrati, scarcerazioni etc, il governo farà contento per un bel po’ il numeroso popolo che lo sostiene.
Il neo ministro dell’interno sa perfettamente tutto questo e, al momento, pare non ne sbagli una. La vicenda Aquarius e i susseguenti insulti franco-europei (è notissimo che più dal nord ci bacchettano più l’antieuropeismo da noi gongola e cresce) già cominciano a costruire agli occhi dell’opinione pubblica la figura di un Salvini eroe prometeico. E nota bene che i sondaggi ci dicono che tra i più entusiasti nell’approvare il Salvini Aquarius sono gli elettori di Forza Italia, partito teoricamente all’opposizione!
Ci si può arrabbiare contro questo modo di far politica “sulla pelle dei migranti” (della quale ormai da noi non importa quasi a nessuno); si può tuonare contro l’isolamento in cui si mette il paese; possono scendere in campo quei veri e propri manuali viventi di anti-comunicazione politica che sono i dignitari piddini Martina e Orfini; può dire la sua, a ben altri livelli, anche il papa.
Per ora il salvinismo funziona eccome. Se vorrà cementare ulteriormente la sua posizione non gli basterà che far approvare subito una legge più permissiva sulla legittima difesa e fare qualche espulsione da proclamare con squilli di tromba. Il tutto costa poco e piace tanto.
Ai 5S restano le grane di come far quadrare i conti distribuendo redditi a tutti e mandandoci in pensione prima.